L’edilizia punta sugli smart building, il business delle ristrutturazioni


(Il Ghirlandaio) Roma, 18 nov.

casettaL’industria dell’edilizia ci ha messo una pietra sopra, almeno per il momento. Impossibile continuare a puntare sulle nuove costruzioni con un mercato delle compravendite asfittico, meglio quindi orientarsi sul business che invece viene dalle ristrutturazioni e dalla riqualificazione energetica. Il settore al luce delle agevolazioni fiscali sta conoscendo un periodo di vitalità.  Le città stanno cambiando volto e con la crisi il tema del risparmio energetico è diventato una priorità. A questo si aggiunge il fattore dei cambiamenti climatici che hanno imposto all’attenzione la necessità di una riqualificazione delle città. Quindi riduzione dei consumi energetici, sicurezza antisismica e contro il rischio alluvioni è la nuova frontiera dell’edilizia come dimostrano i 7 miliardi di euro stanziati dall’Unione europea all’Italia per la riqualificazione edilizia nell’ambito del programma di aiuti comunitari 2014-2020.

La riqualificazione del territorio significa non solo risparmio per le famiglie sulla bolletta energetica ma anche rilancio

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Edilizia, peso del fisco quasi triplicato in tre anni: tocca i 25 miliardi


FONTE: corriere.it

progettista«Il prelievo immobiliare è passato da 9 miliardi del 2011 fino a 25 miliardi euro» ovvero in tre anni è quasi triplicato. A sottolinearlo è il presidente di Assimpredil-Ance, Claudio De Albertis che rileva come si tratti di «una patrimoniale sulla ricchezza delle famiglie, che deprime i consumi interni» e colpisce «fortemente un settore già in crisi da alcuni anni». Per cui «serve una riforma della tassazione immobiliare, concentrata sulle rendite e non sul valore». Analizzando un caso specifico una ricerca Assimpredil-Ance evidenzia che a fronte di un investimento di 22.500.000 euro, lo Stato ha comunque un forte guadagno: se l’operazione ha pienamente successo l’Erario arriva a incassare, senza alcun rischio, oltre 7,2 milioni di euro, a fronte di un guadagno per l’imprenditore di 4,3 milioni di euro. Mentre se non si vendesse alcun appartamento, per lo Stato ci sarebbe comunque un gettito di 2,8 milioni di euro, con zero utili per chi ha fatto l’investimento.

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Massetti autolivellanti ed insonorizzati


Il presente video è atato realizzato presso il cantiere di Via Borsellino in Succivo (CE).

Si ringraziano le imprese:

CO.GE.A. srl con sede in Via Napoli, 31 – 81030 Orta di Atella (CE)

D’Avanzo Massetti srl

Massetto isolato acusticamente al fine di ridurre sensibilmente i rumori da calpestio. Esso è composto da un primo strato di sottofondo realizzato con massetto isolante termoacustico con cemento cellulare leggero, di idoneo spessore e densità, per ottenere il giusto coefficiente di trasmissione termica (K) ed una adeguata resistenza alla compressione, avente funzione di livellamento per la posa del sovrastante materassino fonoassorbente finalizzato all’eliminazione del rumore da calpestio. Lo strato di finitura sarà composto da massetto autolivellante a base cementizia tipo SA 500 – FASSA i cui spessori minimi e massimi saranno rispettivamente di 3 e 6 cm.

Guida alle norme in Edilizia: permessi e condoni


Edilizia, il punto sulle norme per costruire nella Guida del Consiglio Nazionale del Notariato: permessi, SCIA, super-DIA, edilizia libera o soggetta a comunicazione di inizio lavori.

FONTE: pmi.it

Pubblicata la Guida operativa alle norme in Edilizia, a cura del Consiglio Nazionale del Notariato. Lo studio 893/2013 illustra la nuova legislazione alla luce delle ultime semplificazioni: Sportello Unico per l’Edilizia (SUE), attività libera, permessi di costruire, SCIA (Segnalazione certificata di Inizio Attività), super DIA (Denuncia inizio attività), demolizioni, ricostruzioni, sanatorie su difformità marginali e agibilità, con due capitoli dedicati al Piano Casa e Città. I riferimenti normativi, oltre al Testo Unico per l’Edilizia (D.P.R. 380/2001), sono le seplificazioni introdotte con il Decreto Sviluppo 2012 e il Decreto Fare 2013, sui permessi per costruire e i documenti per l’avvio dei lavori.

(scarica qui lo studio 893/2013)

Edilizia libera

Gli interventi che non richiedono alcun titolo abilitativo o specifiche comunicazioni sono regolamentati dall’articolo 6, comma 1 del Testo Unico, modificato dall’articolo 5 della legge 73/2010 (di conversione del Dl 40/2010), dal DL Sviluppo (articolo 13 bis Dl 83/2012) e dal DL Fare (Dl 69/2013).
Manutenzione ordinaria (definiti dall’articolo 1, comma 3, lettera a, del DPR 380/2001): opere volte a riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti.
Eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o ascensori esterni, o di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio.
Opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico, ad esclusione di attività di ricerca di idrocarburi, e che siano eseguite in aree esterne al centro edificato.
Movimenti di terra strettamente pertinenti all’esercizio dell’attività agricola e pratiche agro-silvo-pastorali, compresi gli interventi su impianti idraulici agrari,
Serre mobili stagionali, sprovviste di strutture in muratura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola.

Comunicazione inizio lavori

L’attività regolamentata dai commi 2 e 4 dell’articolo 6 del Testo Unico prevede una comunicazione di inizio lavori da inoltrare, anche in via telematica, al SUE del Comune di competenza. Non sono necessarie autorizzazioni a meno che l’immobile non sia sottoposto a Continua a leggere

Auguri di Buon Natale 2013 e felice 2014


A tutti gli amici di Arch.In.Geo;

a tutti coloro che navigano con piacere tra le pagine del nostro Blog trovandolo molto interessante;

a chi passa solo per caso o per semplice curiosità;

buonefeste

A TUTTI GIUNGANO I NOSTRI PIU’ CALOROSI AUGURI DI UN SERENO NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO

Il Cdm vara la legge di stabilità: Imu su case di lusso, dismissioni ed ecobonus. Letta: niente nuove tasse


(Il Ghirlandaio) Roma, 15 ottobre. C’è voluta appena un’ora di riunione a Palazzo Chigi per varare la legge di Stabilità 2013. Un testo che secondo Letta è “il primo dopo molti anni che non inizia con una sforbiciata di tagli e nuove tasse per accontentare l’Europa”. La manovra prevede complessivamente interventi per 27,3 miliardi di euro che includono sgravi fiscali per 14,6 miliardi divisi tra quelli per i lavoratori e quelli per le imprese, oltre a un miliardo per gli ecobonus. Un grosso capitolo dei provvedimenti di spesa per il 2014 riguarda le dismissioni che dovranno fruttare 3,2 miliardi di euro. Saltano invece i tagli alla sanità che circolavano nei giorni scorsi secondo alcune indiscrezioni giornalistiche.

L’imposta municipale solo sulle case di lusso

Per effetto delle novità previste dalla Legge di stabilità l’Imu non si pagherà più sulla prima casa. A meno che non sia di lusso, cioè appartenente alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. E la legge di stabilità punterebbe a istituzionalizzare la cancellazione del prelievo sull’abitazione principale così come chiesto dal Pdl, che, dopo aver ottenuto l’eliminazione dell’acconto di giugno, potrebbe incassare anche lo stop al saldo di dicembre.

In un altro provvedimento invece finirà la norma che consente alle imprese di dedurre al 50% l’imu versata sui capannoni dall’Irpef e dall’Ires ma non dall’Irap. Così come il ritorno dell’imposta sui redditi per le case non locate che servirebbe a coprirla.

Ecobonus al 55% anche nel 2014. Stop alle ristrutturazioni edilizie e al bonus mobili
L’ecobonus sul risparmio energetico sarà mantenuto anche per il prossimo anno, ma al 55%. Dunque, con una riduzione di 10 punti rispetto all’agevolazione attuale. Uno sgravio che però non sarà stabilizzato ma andrà diminuendo nei successivi due anni, scendendo al 45% nel 2015 e al 36% nel 2016. Il bonus fiscale per le ristrutturazioni semplici, invece, andrà ad esaurirsi tornando nel 2014 dall’attuale livello del 50% al 36%, come previsto nella legislazione attuale. Non ci sarà seguito neanche per il cosiddetto bonus mobili.

Infrastrutture, grandi e piccole opere nella Legge di stabilità
Nella legge di stabilità ci potrebbero essere interventi su grandi e piccole opere pubbliche, finalizzati, in particolare, al recupero dei fondi sottratti con gli ultimi provvedimenti alle Ferrovie e all’Anas. Priorità è stata data alle Ferrovie con un totale di 720 milioni cui si aggiungerebbero 200 milioni per i nodi ferroviari, 100 milioni per la Cancello-Frasso Telesino e circa 200 milioni per far partire i lotti costruttivi della Brescia-Padova e della Napoli-Bari.

Per l’Anas il piano prevede 333 milioni per tre anni sul contratto di programma, una seconda tranche di 300 milioni per il piano ponti e gallerie, 340 milioni per uno dei megalotti mancanti della Salerno-Reggio Calabria.

Per completare il Mose sarebbero in arrivo 301 milioni, una seconda tranche da 100 milioni per il piano dei “seimila campanili”.

Trise

E’ l’acronimo del “tributo sui servizi comunali” ed è stato scelto dal governo per dare un nome alla Service tax, la nuova tassa attesa dal gennaio 2014. si tratta del Trise, la nuova tassa che sarà gestita dai Comuni e andrà versata in quattro rate con scadenza il 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre.

Il nuovo tributo, che sostituisce la Tares, sarà composto da due elementi: la Tari sui rifiuti e la Tarsi sulle prestazioni indivisibili.

La prima è la tariffa da corrispondere ai Comuni per il servizio rifiuti e sarà calcolata in base alla superficie calpestabile degli immobili. Commisurata ad anno solare sarà versata da chi occupa a qualsiasi titolo l’immobile. La Tasi invece partirà da un’aliquota dell’1 per mille o di un corrispettivo di un euro al metro quadro.

A decidere quale dei due sistemi applicare saranno i Comuni. E queste aliquote si andranno a sommare a quelle Imu per stabilire il tetto massimo del prelievo, che non potrà superare l’aliquota massima dell’Imu in vigore in relazione alla specifica tipologia aumentata dell’1 per mille. Ciò significa che la somma delle aliquote di Tasi e Imu potrebbe arrivare al 7 per mille sulla prima casa e all’11,6 per mille sugli altri immobili. A versarla saranno anche gli inquilini in una misura tra il 10 e il 30 per cento dell’imposta.

Edilizia, i recuperi «green» cercano stabilità


FONTE: http://www.casa24.ilsole24ore.com

pannelli solariSi moltiplicano i canali di finanziamento per le riqualificazioni energetiche in edilizia: ecobonus fiscali, certificati, bond, contratti di finanziamento o fondi europei. Gli strumenti per sviluppare il mattone green non mancano, ma le potenzialità non sempre vengono raccolte dagli operatori: la confusione normativa disincentiva gli investimenti e l’assenza di una filiera strutturata ostacola il business del risparmio energetico. Nelle nostre città il mattone è responsabile del 40% delle emissioni di anidride carbonica e tutti gli obiettivi, da quelli europei a quelli della Strategia energetica nazionale, partono da qui per raggiungere gli standard di efficienza. In base alla direttiva europea 2010/31/Ue, già recepita dall’Italia, i nuovi edifici che verranno costruiti dopo il 2020 (dopo il 2018 per quelli pubblici) dovranno essere «ad altissima prestazione energetica» con un fabbisogno energetico «molto basso o vicino allo zero».

A Smart Energy Expo, la fiera sull’efficienza energetica che si svolgerà a Verona dal 9 all’11 ottobre, si affronterà il tema della finanziabilità degli interventi più complessi: l’efficienza energetica è in cerca di un garante, di un sistema finanziario solido che permetta ai privati di sostenere investimenti complessi e alle imprese di farsi carico dei rischi in operazioni di recupero che coinvolgono diversi attori; che consenta di superare gli ostacoli legati agli elevati costi iniziali e ai tempi troppo lunghi di rientro, barriere per l’accesso al credito. Ad esempio, Germania e Regno Unito hanno messo a punto nuovi strumenti: basta pensare al fondo di garanzia Proklima del Comune di Hannover che cofinanzia progetti pilota di riduzione delle emissioni inquinanti (dal 1998 al 2012 ha assegnato 45milioni di euro) e il Green Deal inglese che nel 2013 ha messo sul piatto 600 milioni di sterline per un programma volto a finanziare recuperi di edifici privati (tramite isolamento dell’involucro, sostituzione degli impianti di riscaldamento, installazione di impianti rinnovabili. eccetera). In questo caso l’impresa (green deal provider) firma un contratto con i proprietari e i lavori possono essere realizzati senza che il cittadino debba “mettere mano al portafoglio”: le somme prestate saranno poi rimborsate a rate attraverso i risparmi in bolletta.

Le risorse ci sono, lo dimostra ad esempio l’annuncio della Banca europea per gli investimenti che metterà sul piatto fino al 2015 circa 6 miliardi di euro l’anno per progetti duraturi e di valore: «Gli strumenti finanziari a disposizione delle piccole e medie imprese e delle Energy service company già ci sono, quello che servono sono dei progetti validi», ha detto Andrea Tinagli, direttore per l’Italia della Bei. Anche Sace dal 2008 ha offerto garanzia per 3,5 miliardi di euro in settori di interesse strategico tra cui l’efficienza energetica e la Cassa depositi e prestiti sta studiando nuovi strumenti per favorire la filiera. «I fondi attualmente esistenti – ha sottolineato Sara Romano, direttore generale del ministero dello Sviluppo economico – sono sottoutilizzati dalle nostre imprese e dalla pubblica amministrazione. La finanziabilità dipende dalla coerenza e dalla bontà dei progetti, che non possono però essere standardizzati e replicati rigidamente, ma devono partire da un adeguato e professionale check energetico dei singoli edifici per poi proporre l’applicazione di soluzioni ad hoc».

Tra le ipotesi in capo c’è anche quella dell’emissione di particolari bond, obbligazioni senza scadenza con un rendimento lievemente superiore a quelli del Tesoro, a cui hanno fatto ricorso aziende come Deutsche Bank: non costituiscono debito perché i capitali vengono impiegati in investimenti produttivi che garantiscono un ritorno economico in grado di compensare l’onere annuale derivante dalle cedole.

Il problema, in realtà, è che ad oggi in Italia (dove l’80% dei cittadini vivono in una casa di proprietà) la riqualificazione energetica nel settore civile è soprattutto il risultato di migliaia di piccoli interventi: dal 2007 (quando la legge 296/06 ha introdotto le prime detrazioni fiscali) al 2011 l’Enea ha registrato un totale di 1,3 milioni di pratiche per accedere agli incentivi (bonus del 55% e oggi 65%), di cui circa il 60% per la sostituzione di infissi. Ridotte, invece, le pratiche per interventi sulle chiusure opache (3%): «Si tratta di investimenti tecnicamente più complessi», afferma Mario Nocera, dell’Unità efficienza energetica dell’Enea. Tra pochi giorni saranno disponibili i risultati relativi all’anno fiscale 2012, che forniranno ulteriori indicazioni per l’evoluzione dello strumento di incentivo. Nonostante l’instabilità politica delle ultime ore, infatti, resta condivisa la volontà di stabilizzare l’Ecobonus e di correggerne alcuni meccanismi. «Stiamo lavorando – afferma Enrico Bonacci, del ministero dello Sviluppo economico – a un restyling delle detrazioni fiscali con nuovi criteri, come costi diversificati in base alle tecnologie e premianti verso quelle più efficaci». Sulla base dei dati raccolti, potrebbe essere valutata una riduzione dei tempi di rientro (oggi spalmati in rate per 10 anni) e l’introduzione di un meccanismo premiante. «Proporremo i possibili correttivi per ottenere migliori risultati in termini di efficienza energetica e di costo per le casse dello Stato», conclude Nocera.

Casa, 2012 anno nero del mercato immobiliare: mai così male dal 1985


FONTE: Quotidiano.net

terremotoRoma, 14 maggio 2013  – Anno nero il 2012 per il mercato immobiliare italiano. L’anno scorso lecompravendite hanno subito un vero e proprio crollo diminuendo del 25,7% sul 2011 a quota 448.364: si tratta del peggior risultato dal 1985 quando le abitazioni compravendute erano state circa 430mila. È quanto emerge dal rapporto immobiliare 2013 realizzato dall’Agenzia delle entrate e dall’Abi.

Dopo la sostanziale tenuta del mercato immobiliare nel biennio 2010-2011 “il risultato del 2011 – si legge nel rapporto – è stato senza dubbio deludente”. Nel corso dell’anno scorso, inoltre, il tasso tendenziale trimestrale delle compravendite ha mostrato segni sempre negativi e crescenti: -19,5% nel primo trimestre fino a raggiungere il -30,5% nell’ultimo trimestre dell’anno. È l’area del Nord-Est, dove si realizza il 18,3% del mercato nazionale, quella maggiormente in affanno: il calo delle compravendite è stato infatti del 28,3% rispetto al 2011. A soffrire maggiormente, poi, è il mercato delle città, che negli anni precedenti aveva sostanzialmente tenuto: nel 2012 le compravendite sono crollate del 28,8% nelle città delle isole, del 26% nei capoluoghi del Nord-Est e del centro. Nei comuni non capoluogo, invece, la contrazione del mercato è stata pari al -26% in media, in linea con la situazione generale.

CRISI NELLE PRIME 8 CITTA’ – Mercato immobiliare in forte difficoltà nelle prime otto città italiane. Nel 2012 le compravendite sono crollate del 22,4% rispetto al 2011 a Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna e Firenze. È quanto emerge dal rapporto immobiliare realizzato dall’Agenzia delle entrate e dall’Abi. In pratica per le grandi città il valore di scambio stimato delle abitazioni è pari a circa 19,5 miliardi di euro, con un perdita di 5,7 miliardi di euro rispetto al 2012 (-22,5%).

GIU’ IL FATTURATO IMOBILIARE: -27 MILIARDI – In caduta libera il fatturato del settore immobiliare nel 2012. Il settore, l’anno scorso, ha perso circa 27 miliardi di euro: si sono spesi infatti 75,4 miliardi di euro a fronte die 101,9 miliardi registrati nel 2011.

In linea con l’andamento delle transazioni, il valore di scambio complessivo è crollato del 26%. Il calo è diffuso in tutte le aree del paese con un tasso intorno al -27% per il Nord e il Centro, un picco negativo del -28,1% nelle isole e una contrazione del 22,2% al Sud. I cali del fatturato sono sostanzialmente simili per capoluoghi (-24,6%) e non capoluoghi (-27%).

PRODUZIONE INDUSTRIALE – Crolla anche la produzione industriale in Italia secondo i dati diffusi da Eurostat (-5,2% a marzo rispetto allo stesso mese del 2012).

Palermo, 100 mila posti di lavoro nell’edilizia eco-sostenibile


FONTE: Il Moderatore.it

Sembra che un Viceré spagnolo dicesse che “i siciliani sono individui più furbi che intelligenti”. In effetti, c’è molta verità in questa frase e quando diventeremo più intelligenti e meno furbi vorrà dire che ci sarà stata una svolta e che la nostra Sicilia diventerà un vero e proprio paradiso terrestre, come in un quadro di Bosch.

Forse alcuni segnali stanno arrivando grazie alla collaborazione tra Università e Comune di Palermo; intellighentie che possono rendere Palermo ‘cantiere’ di idee progettuali attraverso l’attuazione di un processo di rinnovamento e di recupero della città, del patrimonio edilizio e urbano in declino, e così fare del capoluogo siciliano una città più europea e competitiva, con un forte innalzamento della qualità della vita e con conseguente crescita dell’occupazione.

Il Cirias (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Ingegneria dell’Automazione e dei Sistemi), l’agosto scorso, ha fatto un passo importante siglando Continua a leggere

Edilizia: Bonanni, crisi pesantissima, Governo faccia partire cantieri


(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 31 mag – “Il mondo delle costruzioni e dell’edilizia versa in una crisi pesantissima”

FONTE: Borsaitaliana.it

Speriamo che il Governo possa dare urgentemente una risposta ai gravi problemi del settore”. E’ l’appello del Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. “Decine di migliaia di posti di lavoro sono andati perduti in questi anni. Una crisi strisciante che ha colpito il settore dell’edilizia, con effetti devastanti anche per l’indotto. Abbiamo avuto notizia – aggiunge Bonanni – che il Governo si sta impegnando per trovare risorse per far ripartire i cantieri e con essi recuperare occupazione. Si parla spesso di “motori” da avviare per la crescita. L’edilizia e’ certamente fondamentale per la ripresa economica anche perche’ nel nostro Paese, dove non c’e’ stata una bolla immobiliare, gli alloggi e la loro ristrutturazione rispondono ad una domanda fortemente sentita. Vogliamo credere che il Governo stavolta non ci deludera’ – conclude il leader Cisl – convinti che questa sia la strada giusta per riavviare l’economia”.

Solidarietà alle regioni colpite dal terremoto


In nome e per conto dell’associazione Arch.In.Geo

Esprimo piena solidarietà

  • alle famiglie delle vittime;
  • ai feriti ed ai loro cari;
  • agli sfollati e a tutti coloro che si trovano nel disagio dell’inagibilità della propria abitazione.

Alle Regioni ed a tutti gli enti locali colpiti e danneggiati dal sisma, offriamo la piena disponibilità dei nostri tecnici per le eventuali verifiche tecniche del caso.

L’edilizia punta sul Made


FONTE: Il Sole24Ore

MILANO
Made Expo, la Fiera dell’edilizia e dell’architettura, in calendario dal 17 al 22 ottobre prossimi alla Fiera di Milano (Rho-Pero), è sulla buona strada per conquistare la leadership mondiale del settore.
E, nonostante che si debba tutti fare i conti con una congiuntura negativa, alternative non ce ne sono: «Il rilancio dell’economia passa prioritariamente da quello dell’edilizia, del mondo delle costruzioni e delle infrastrutture – ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo alla presentazione dell’edizione 2012 della rassegna -. Made Expo é la vetrina in cui si potranno vedere tutte le nuove tecnologie del settore, è un mercato che guarda all’estero e guarda anche all’Italia: sarà un grande stimolo per tutti».
Made Expo ha un compito enorme. «Le fiere sono strumenti di politica industriale – ha sottolineato Squinzi cogliendo spunto da una riflessione dell’ad di Fiera Milano, Enrico Pazzali – ricordiamoci che per l’industria manifatturiera siamo al secondo posto dopo la Germania».
Grandi possibilità si profilano con l’Expo 2015, ma c’è già un’inchiesta della magistratura per sospetta turbativa d’asta sulla prima gara. «Non conosco i dettagli della vicenda – è stato il commento del presidente di Confindustria -, certamente ci vuole vigilanza, però l’importante è fare l’Expo al di là di tutto e stiamo partendo con il piede sbagliato».
Di fatto il mercato delle costruzioni italiane continua ad essere difficile, per questo occasioni come l’Expo non si possono sprecare. «Nel 2011, per il quinto anno consecutivo, l’andamento del mercato delle costruzioni è stato negativo – ha ricordato Andrea Negri, presidente di Made eventi, citando i dati di Federcostruzioni – con un calo degli investimenti complessivi del 3,2%, e le previsioni per il 2012 confermano la fase di stallo, con una perdita dal 2007 per il mercato edilizio del 29% circa del suo valore in termini reali».
A fine anno purtroppo si conteranno circa 90mila cantieri edili aperti (contro gli oltre 108mila registrati alla fine del 2010 e i quasi 95mila del 2011). Ma quest’anno Made Expo cresce a suo modo ospitando il Salone degli Ascensori, nato dall’accordo Confindustria Anie-FederlegnoArredo: il settore Assoascensori muove 2,5 miliardi di euro, siamo primi in Europa e secondi nel mondo dopo i cinesi, forse conviene ricordarlo. A Made Eexpo arriveranno un centinaio di progettisti americani che FederlegnoArredo ha appena incontrato a New York. Dati interessanti arrivano dal recupero e dalla riqualificazione residenziale privata, che in controtendenza ha registrato un andamento decisamente positivo già a partire dal 2010 (+3%) proseguito nel 2011 (+1,2%) e per il 2012 le previsioni sono di una sostanziale tenuta (+0,2%). «Made Expo vuole essere anche promotrice di una nuova politica di messa in sicurezza del territorio – ha aggiunto Roberto Snaidero presidente di FederlegnoArredo – una sempre più reale urgenza sociale ed economica per agire in maniera preventiva e limitare le conseguenze di possibili emergenze sismiche e disastri ambientali».
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-3,2% Il calo degli investimenti totali Nel 2011 l’andamento del mercato delle costruzioni è stato negativo
90mila Cantieri edili aperti a fine 2012 Erano oltre 108mila a fine 2010 e quasi 95mila a fine 2011
-2,5% La flessione stimata per il 2012 Per l’anno in corso è previsto un calo ulteriore degli investimenti

Piano Casa Campania verso la proroga per rilanciare l’edilizia


FONTE: Ediltecnico.it

Proroga in vista per il Piano Casa della Regione Campania.

Ad annunciarlo è l’assessore all’Urbanistica e al Governo del Territorio, Marcello Taglialatela, anticipando la notizia anche alla commissione competente del Consiglio regionale della Campania.

“L’idea – spiega Taglialatela – è di prorogare il Piano Casa in modo particolare nelle parti non comprese nel decreto sviluppo recentemente convertito in legge dal Parlamento facendo sì che soprattutto gli Enti locali possano sfruttare le norme previste dall’art. 7 della legge regionale”.

Secondo Taglialatela si tratta di utilizzare questo strumento per recuperare le aree e gli immobili degradati consentendo una ripresa dell’edilizia pubblica sociale.

“Ricordo, infatti, che – aggiunge l’assessore –  il Piano prevede un aumento delle volumetrie del 50% in caso di abbattimento e ricostruzione di immobili pubblici“.

“Considerando anche i dati allarmanti del calo di lavoratori nel settore edilizio – aggiunge- sono convinto che si tratti di una grossa opportunità per la riqualificazione del patrimonio immobiliare e per un forte stimolo all’occupazione”.

“Resta fermo l’obiettivo di disegnare una Campania nuova secondo il principio di ‘pianificare a volumetria zero’ e di prevedere sempre compensazioni ambientali, secondo i principi del disegno di legge sui piani paesaggistici”, conclude Taglialatela.

Fonte: Ansa

Subito edilizia e project bond


FONTE: Il Sole24Ore

ROMA
La prima risposta del Governo alle richieste del neo-presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, arriverà con il nuovo «decreto sviluppo» che dovrebbe andare al Consiglio dei ministri il prossimo 1° giugno. La partita più importante in corso nell’Esecutivo è quella sugli stimoli fiscali all’edilizia e alla realizzazione delle infrastrutture con capitali privati: ci vorrà ancora qualche giorno per capire se il ministero dell’Economia, quello delle Infrastrutture e Palazzo Chigi decideranno di tenere o meno nel decreto il corposo rafforzamento degli incentivi alla riqualificazione del patrimonio abitativo.
La cura da cavallo proposta da Corrado Passera per l’edilizia prevede la messa a regime degli sgravi Irpef del 55% per il risparmio energetico e il doppio rafforzamento delle detrazioni fiscali ai lavori di recupero edilizio in casa: da una parte lo sgravio Irpef passerebbe dal 36 al 50%, dall’altra il tetto di spesa agevolabile crescerebbe da 48mila a 96mila euro. Se questa cura passerà, il Governo potrà dire di aver cominciato a marciare nella direzione auspicata da Squinzi, soprattutto là dove il nuovo numero uno di viale dell’Astronomia propone di «allargare il campo di intervento delle nuove opere alla manutenzione, alla ristrutturazione e al rinnovo del patrimonio infrastrutturale esistente».
Il rafforzamento degli incentivi va in quella direzione. L’obiettivo è far ripartire il settore delle costruzioni che ha perso – secondo convergenti stime di Ance e Cresme – il 24-25% degli investimenti dal 2008 al 2012, con picchi del 35% nel comparto delle opere pubbliche.
L’esito del confronto nel Governo non è, però, scontato. La Ragioneria generale dello Stato sta svolgendo proprio in queste ore un puntiglioso esame della bozza di decreto legge e la valutazione non è del tutto coincidente con le stime di costo e con le proposte di Porta Pia. Anche perché al 55% e al rilancio del 36% nella nuova versione potenziata il “pacchetto edilizia” aggiunge altre misure favorevoli alle compravendite immobiliari (imposte di registro, catastali e ipotecarie fisse) e ai costruttori che non riescono a vendere il patrimonio costruito (esenzione triennale dall’Imu e ripristino dell’Iva).
È probabile, però, che per decidere cosa fare della “cura Passera” sarà necessario, oltre alle valutazioni tecniche, anche un passaggio politico, alla presenza del premier: se gli incentivi all’edilizia hanno un costo per i conti pubblici, sembrano però anche l’unico lievito capace di trasformare l’ennesimo «decreto sviluppo» in un pacchetto capace di muovere subito il Pil. Senza nulla togliere alle altre importanti misure allo studio, solo il “pacchetto edilizia” sembra in grado di dare un segnale forte producendo effetti benefici sul settore specifico, sull’intera economia e sull’occupazione. Anche Squinzi ha ricordato il forte valore occupazionale del settore delle costruzioni che attiva tre milioni di addetti fra diretti e indiretti.
Il pacchetto proposto dal ministero delle Infrastrutture non si ferma, per altro, al rilancio dell’edilizia, ma si estende al settore delle opere pubbliche. La bozza di decreto tenta infatti di dare risposta anche a un altro punto decisivo del rilancio infrastrutturale, presente nel programma di Governo e puntualmente richiamato ieri da Squinzi: il «pieno coinvolgimento del capitale privato, integrando così le risorse pubbliche».
Le modifiche proposte al regime fiscale dei project bond – le obbligazioni emesse dalle società di progetto e dai concessionari – completano la riforma del quadro delle regole partita già con il decreto di inizio 2012, rendendo più appetibile per il mercato lo strumento del project bond. La tassazione degli interessi verrebbe fissata al 12,5% come per i titoli di Stato mentre «le garanzie di qualunque tipo da chiunque e in qualunque momento prestate» in relazione alle obbligazioni emesse dalle società di progetto sarebbero soggette alle imposte di registro, ipotecarie e catastali fisse anche quando si compiono operazioni come «surroghe, postergazioni, frazionamenti e cancellazioni». Infine, sarebbe ammessa l’emissione dei project bond anche per rifinanziare il debito precedentemente contratto per la realizzazione dell’infrastruttura o delle opere connesse al servizio di pubblica utilità di cui sia titolare.
Ci sono altre questioni che Squinzi ha riproposto come prioritarie: «L’impotenza decisionale che va superata», una programmazione infrastrutturale più stabile o anche l’uso della politica infrastrutturale per promuovere una politica industriale volta all’innovazione. Il decreto sviluppo conterrà qualche prima norma di semplificazione e di accelerazione, ma qui il percorso da fare è più lungo e richiede un cambiamento profondo dei comportamenti della pubblica amministrazione.

LE MISURE PER RILANCIARE LE COSTRUZIONI Nel decreto sviluppo
Il provvedimento che dovrebbe essere esaminato dal Consiglio dei ministri del 1° giugno sarebbero previste agevolazioni fiscali per l’edilizia e il project financing; nel primo caso ci sarebbe il riordino degli sgravi Irpef del 55 e del 36% per i lavori di ristrutturazione
-24,1%
Il calo in un quinquennio
A tanto ammonta nei cinque anni che vanno dal 2008 al 2012 il crollo degli investimenti nel settore delle costruzioni, comprensive sia dell’edilizia residenziale sia di quella non residenziale