L’edilizia punta sugli smart building, il business delle ristrutturazioni


(Il Ghirlandaio) Roma, 18 nov.

casettaL’industria dell’edilizia ci ha messo una pietra sopra, almeno per il momento. Impossibile continuare a puntare sulle nuove costruzioni con un mercato delle compravendite asfittico, meglio quindi orientarsi sul business che invece viene dalle ristrutturazioni e dalla riqualificazione energetica. Il settore al luce delle agevolazioni fiscali sta conoscendo un periodo di vitalità.  Le città stanno cambiando volto e con la crisi il tema del risparmio energetico è diventato una priorità. A questo si aggiunge il fattore dei cambiamenti climatici che hanno imposto all’attenzione la necessità di una riqualificazione delle città. Quindi riduzione dei consumi energetici, sicurezza antisismica e contro il rischio alluvioni è la nuova frontiera dell’edilizia come dimostrano i 7 miliardi di euro stanziati dall’Unione europea all’Italia per la riqualificazione edilizia nell’ambito del programma di aiuti comunitari 2014-2020.

La riqualificazione del territorio significa non solo risparmio per le famiglie sulla bolletta energetica ma anche rilancio

Continua a leggere

Edilizia, peso del fisco quasi triplicato in tre anni: tocca i 25 miliardi


FONTE: corriere.it

progettista«Il prelievo immobiliare è passato da 9 miliardi del 2011 fino a 25 miliardi euro» ovvero in tre anni è quasi triplicato. A sottolinearlo è il presidente di Assimpredil-Ance, Claudio De Albertis che rileva come si tratti di «una patrimoniale sulla ricchezza delle famiglie, che deprime i consumi interni» e colpisce «fortemente un settore già in crisi da alcuni anni». Per cui «serve una riforma della tassazione immobiliare, concentrata sulle rendite e non sul valore». Analizzando un caso specifico una ricerca Assimpredil-Ance evidenzia che a fronte di un investimento di 22.500.000 euro, lo Stato ha comunque un forte guadagno: se l’operazione ha pienamente successo l’Erario arriva a incassare, senza alcun rischio, oltre 7,2 milioni di euro, a fronte di un guadagno per l’imprenditore di 4,3 milioni di euro. Mentre se non si vendesse alcun appartamento, per lo Stato ci sarebbe comunque un gettito di 2,8 milioni di euro, con zero utili per chi ha fatto l’investimento.

Continua a leggere

Guida alle norme in Edilizia: permessi e condoni


Edilizia, il punto sulle norme per costruire nella Guida del Consiglio Nazionale del Notariato: permessi, SCIA, super-DIA, edilizia libera o soggetta a comunicazione di inizio lavori.

FONTE: pmi.it

Pubblicata la Guida operativa alle norme in Edilizia, a cura del Consiglio Nazionale del Notariato. Lo studio 893/2013 illustra la nuova legislazione alla luce delle ultime semplificazioni: Sportello Unico per l’Edilizia (SUE), attività libera, permessi di costruire, SCIA (Segnalazione certificata di Inizio Attività), super DIA (Denuncia inizio attività), demolizioni, ricostruzioni, sanatorie su difformità marginali e agibilità, con due capitoli dedicati al Piano Casa e Città. I riferimenti normativi, oltre al Testo Unico per l’Edilizia (D.P.R. 380/2001), sono le seplificazioni introdotte con il Decreto Sviluppo 2012 e il Decreto Fare 2013, sui permessi per costruire e i documenti per l’avvio dei lavori.

(scarica qui lo studio 893/2013)

Edilizia libera

Gli interventi che non richiedono alcun titolo abilitativo o specifiche comunicazioni sono regolamentati dall’articolo 6, comma 1 del Testo Unico, modificato dall’articolo 5 della legge 73/2010 (di conversione del Dl 40/2010), dal DL Sviluppo (articolo 13 bis Dl 83/2012) e dal DL Fare (Dl 69/2013).
Manutenzione ordinaria (definiti dall’articolo 1, comma 3, lettera a, del DPR 380/2001): opere volte a riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti.
Eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o ascensori esterni, o di manufatti che alterino la sagoma dell’edificio.
Opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico, ad esclusione di attività di ricerca di idrocarburi, e che siano eseguite in aree esterne al centro edificato.
Movimenti di terra strettamente pertinenti all’esercizio dell’attività agricola e pratiche agro-silvo-pastorali, compresi gli interventi su impianti idraulici agrari,
Serre mobili stagionali, sprovviste di strutture in muratura, funzionali allo svolgimento dell’attività agricola.

Comunicazione inizio lavori

L’attività regolamentata dai commi 2 e 4 dell’articolo 6 del Testo Unico prevede una comunicazione di inizio lavori da inoltrare, anche in via telematica, al SUE del Comune di competenza. Non sono necessarie autorizzazioni a meno che l’immobile non sia sottoposto a Continua a leggere

Auguri di Buon Natale 2013 e felice 2014


A tutti gli amici di Arch.In.Geo;

a tutti coloro che navigano con piacere tra le pagine del nostro Blog trovandolo molto interessante;

a chi passa solo per caso o per semplice curiosità;

buonefeste

A TUTTI GIUNGANO I NOSTRI PIU’ CALOROSI AUGURI DI UN SERENO NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO

Il Cdm vara la legge di stabilità: Imu su case di lusso, dismissioni ed ecobonus. Letta: niente nuove tasse


(Il Ghirlandaio) Roma, 15 ottobre. C’è voluta appena un’ora di riunione a Palazzo Chigi per varare la legge di Stabilità 2013. Un testo che secondo Letta è “il primo dopo molti anni che non inizia con una sforbiciata di tagli e nuove tasse per accontentare l’Europa”. La manovra prevede complessivamente interventi per 27,3 miliardi di euro che includono sgravi fiscali per 14,6 miliardi divisi tra quelli per i lavoratori e quelli per le imprese, oltre a un miliardo per gli ecobonus. Un grosso capitolo dei provvedimenti di spesa per il 2014 riguarda le dismissioni che dovranno fruttare 3,2 miliardi di euro. Saltano invece i tagli alla sanità che circolavano nei giorni scorsi secondo alcune indiscrezioni giornalistiche.

L’imposta municipale solo sulle case di lusso

Per effetto delle novità previste dalla Legge di stabilità l’Imu non si pagherà più sulla prima casa. A meno che non sia di lusso, cioè appartenente alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. E la legge di stabilità punterebbe a istituzionalizzare la cancellazione del prelievo sull’abitazione principale così come chiesto dal Pdl, che, dopo aver ottenuto l’eliminazione dell’acconto di giugno, potrebbe incassare anche lo stop al saldo di dicembre.

In un altro provvedimento invece finirà la norma che consente alle imprese di dedurre al 50% l’imu versata sui capannoni dall’Irpef e dall’Ires ma non dall’Irap. Così come il ritorno dell’imposta sui redditi per le case non locate che servirebbe a coprirla.

Ecobonus al 55% anche nel 2014. Stop alle ristrutturazioni edilizie e al bonus mobili
L’ecobonus sul risparmio energetico sarà mantenuto anche per il prossimo anno, ma al 55%. Dunque, con una riduzione di 10 punti rispetto all’agevolazione attuale. Uno sgravio che però non sarà stabilizzato ma andrà diminuendo nei successivi due anni, scendendo al 45% nel 2015 e al 36% nel 2016. Il bonus fiscale per le ristrutturazioni semplici, invece, andrà ad esaurirsi tornando nel 2014 dall’attuale livello del 50% al 36%, come previsto nella legislazione attuale. Non ci sarà seguito neanche per il cosiddetto bonus mobili.

Infrastrutture, grandi e piccole opere nella Legge di stabilità
Nella legge di stabilità ci potrebbero essere interventi su grandi e piccole opere pubbliche, finalizzati, in particolare, al recupero dei fondi sottratti con gli ultimi provvedimenti alle Ferrovie e all’Anas. Priorità è stata data alle Ferrovie con un totale di 720 milioni cui si aggiungerebbero 200 milioni per i nodi ferroviari, 100 milioni per la Cancello-Frasso Telesino e circa 200 milioni per far partire i lotti costruttivi della Brescia-Padova e della Napoli-Bari.

Per l’Anas il piano prevede 333 milioni per tre anni sul contratto di programma, una seconda tranche di 300 milioni per il piano ponti e gallerie, 340 milioni per uno dei megalotti mancanti della Salerno-Reggio Calabria.

Per completare il Mose sarebbero in arrivo 301 milioni, una seconda tranche da 100 milioni per il piano dei “seimila campanili”.

Trise

E’ l’acronimo del “tributo sui servizi comunali” ed è stato scelto dal governo per dare un nome alla Service tax, la nuova tassa attesa dal gennaio 2014. si tratta del Trise, la nuova tassa che sarà gestita dai Comuni e andrà versata in quattro rate con scadenza il 16 gennaio, 16 aprile, 16 luglio e 16 ottobre.

Il nuovo tributo, che sostituisce la Tares, sarà composto da due elementi: la Tari sui rifiuti e la Tarsi sulle prestazioni indivisibili.

La prima è la tariffa da corrispondere ai Comuni per il servizio rifiuti e sarà calcolata in base alla superficie calpestabile degli immobili. Commisurata ad anno solare sarà versata da chi occupa a qualsiasi titolo l’immobile. La Tasi invece partirà da un’aliquota dell’1 per mille o di un corrispettivo di un euro al metro quadro.

A decidere quale dei due sistemi applicare saranno i Comuni. E queste aliquote si andranno a sommare a quelle Imu per stabilire il tetto massimo del prelievo, che non potrà superare l’aliquota massima dell’Imu in vigore in relazione alla specifica tipologia aumentata dell’1 per mille. Ciò significa che la somma delle aliquote di Tasi e Imu potrebbe arrivare al 7 per mille sulla prima casa e all’11,6 per mille sugli altri immobili. A versarla saranno anche gli inquilini in una misura tra il 10 e il 30 per cento dell’imposta.

Buon Natale 2012 e Felice 2013


A tutti coloro che anche in questo 2012 ci hanno seguito con più o meno interesse;

a coloro che attivamente hanno partecipato ed offerto il loro contributo;

a chi ci ha fatto domende, a chi ci ha fornito risposte, a chi ci ha semplicemente fatto dei complimenti o ci ha fornito validi suggerimenti;

a tutti coloro che con il loro contributo ci hanno aiutato ad ottenere degli ottimi risultati di gradimento

a tutti voi un calorosissimo

GRAZIE

ed i più sinceri AUGURI di

BUON NATALE

e

FELICE ANNO NUOVO

E poichè a Natale è usanza consolidata volgere il proprio pensiero a tutti (buoni e cattivi), volgo il mio pensiero anche a chi:

  •  prima ci ha detto che non dovevamo più pensare al posto fisso ma abituarci alla precarietà del rapporto di lavoro e poi ci ha messi sulla strada con un solo calcio nel culo;
  • ci ha prima invogliati ad accendere mutui per l’acquisto di una nuova abitazione e poi ci ha messo su l’IMU;
  • dovrebbe salvaguardare il nostro territorio ed invece ne fa merce di scambio;
  • continua a tagliare tutto restando comodamente seduto sulla sua poltrona d’oro;
  • è pronto a fare del popolo carne da macello pur di mantenere alti i propri privilegi;

a tutti costoro un sincero, sentito, cordiale e profondo

VAFFANCULO

vaffa

che esplode direttamente dal più profondo dell’anima. Che il 2013 sia per voi l’inizio dei più atroci incubi che ha vissuto chi da voi e dal vostro modo di intendere la politica è stato profondamente umiliato, danneggiato, mortificato, disprezzato ed abbandonato. Possa per tutti voi avverarsi la profezia dei maia almeno dal punto di vista sociale.

Edilizia: Bonanni, crisi pesantissima, Governo faccia partire cantieri


(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 31 mag – “Il mondo delle costruzioni e dell’edilizia versa in una crisi pesantissima”

FONTE: Borsaitaliana.it

Speriamo che il Governo possa dare urgentemente una risposta ai gravi problemi del settore”. E’ l’appello del Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. “Decine di migliaia di posti di lavoro sono andati perduti in questi anni. Una crisi strisciante che ha colpito il settore dell’edilizia, con effetti devastanti anche per l’indotto. Abbiamo avuto notizia – aggiunge Bonanni – che il Governo si sta impegnando per trovare risorse per far ripartire i cantieri e con essi recuperare occupazione. Si parla spesso di “motori” da avviare per la crescita. L’edilizia e’ certamente fondamentale per la ripresa economica anche perche’ nel nostro Paese, dove non c’e’ stata una bolla immobiliare, gli alloggi e la loro ristrutturazione rispondono ad una domanda fortemente sentita. Vogliamo credere che il Governo stavolta non ci deludera’ – conclude il leader Cisl – convinti che questa sia la strada giusta per riavviare l’economia”.

L’edilizia punta sul Made


FONTE: Il Sole24Ore

MILANO
Made Expo, la Fiera dell’edilizia e dell’architettura, in calendario dal 17 al 22 ottobre prossimi alla Fiera di Milano (Rho-Pero), è sulla buona strada per conquistare la leadership mondiale del settore.
E, nonostante che si debba tutti fare i conti con una congiuntura negativa, alternative non ce ne sono: «Il rilancio dell’economia passa prioritariamente da quello dell’edilizia, del mondo delle costruzioni e delle infrastrutture – ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo alla presentazione dell’edizione 2012 della rassegna -. Made Expo é la vetrina in cui si potranno vedere tutte le nuove tecnologie del settore, è un mercato che guarda all’estero e guarda anche all’Italia: sarà un grande stimolo per tutti».
Made Expo ha un compito enorme. «Le fiere sono strumenti di politica industriale – ha sottolineato Squinzi cogliendo spunto da una riflessione dell’ad di Fiera Milano, Enrico Pazzali – ricordiamoci che per l’industria manifatturiera siamo al secondo posto dopo la Germania».
Grandi possibilità si profilano con l’Expo 2015, ma c’è già un’inchiesta della magistratura per sospetta turbativa d’asta sulla prima gara. «Non conosco i dettagli della vicenda – è stato il commento del presidente di Confindustria -, certamente ci vuole vigilanza, però l’importante è fare l’Expo al di là di tutto e stiamo partendo con il piede sbagliato».
Di fatto il mercato delle costruzioni italiane continua ad essere difficile, per questo occasioni come l’Expo non si possono sprecare. «Nel 2011, per il quinto anno consecutivo, l’andamento del mercato delle costruzioni è stato negativo – ha ricordato Andrea Negri, presidente di Made eventi, citando i dati di Federcostruzioni – con un calo degli investimenti complessivi del 3,2%, e le previsioni per il 2012 confermano la fase di stallo, con una perdita dal 2007 per il mercato edilizio del 29% circa del suo valore in termini reali».
A fine anno purtroppo si conteranno circa 90mila cantieri edili aperti (contro gli oltre 108mila registrati alla fine del 2010 e i quasi 95mila del 2011). Ma quest’anno Made Expo cresce a suo modo ospitando il Salone degli Ascensori, nato dall’accordo Confindustria Anie-FederlegnoArredo: il settore Assoascensori muove 2,5 miliardi di euro, siamo primi in Europa e secondi nel mondo dopo i cinesi, forse conviene ricordarlo. A Made Eexpo arriveranno un centinaio di progettisti americani che FederlegnoArredo ha appena incontrato a New York. Dati interessanti arrivano dal recupero e dalla riqualificazione residenziale privata, che in controtendenza ha registrato un andamento decisamente positivo già a partire dal 2010 (+3%) proseguito nel 2011 (+1,2%) e per il 2012 le previsioni sono di una sostanziale tenuta (+0,2%). «Made Expo vuole essere anche promotrice di una nuova politica di messa in sicurezza del territorio – ha aggiunto Roberto Snaidero presidente di FederlegnoArredo – una sempre più reale urgenza sociale ed economica per agire in maniera preventiva e limitare le conseguenze di possibili emergenze sismiche e disastri ambientali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-3,2% Il calo degli investimenti totali Nel 2011 l’andamento del mercato delle costruzioni è stato negativo
90mila Cantieri edili aperti a fine 2012 Erano oltre 108mila a fine 2010 e quasi 95mila a fine 2011
-2,5% La flessione stimata per il 2012 Per l’anno in corso è previsto un calo ulteriore degli investimenti

Piano Casa Campania verso la proroga per rilanciare l’edilizia


FONTE: Ediltecnico.it

Proroga in vista per il Piano Casa della Regione Campania.

Ad annunciarlo è l’assessore all’Urbanistica e al Governo del Territorio, Marcello Taglialatela, anticipando la notizia anche alla commissione competente del Consiglio regionale della Campania.

“L’idea – spiega Taglialatela – è di prorogare il Piano Casa in modo particolare nelle parti non comprese nel decreto sviluppo recentemente convertito in legge dal Parlamento facendo sì che soprattutto gli Enti locali possano sfruttare le norme previste dall’art. 7 della legge regionale”.

Secondo Taglialatela si tratta di utilizzare questo strumento per recuperare le aree e gli immobili degradati consentendo una ripresa dell’edilizia pubblica sociale.

“Ricordo, infatti, che – aggiunge l’assessore –  il Piano prevede un aumento delle volumetrie del 50% in caso di abbattimento e ricostruzione di immobili pubblici“.

“Considerando anche i dati allarmanti del calo di lavoratori nel settore edilizio – aggiunge- sono convinto che si tratti di una grossa opportunità per la riqualificazione del patrimonio immobiliare e per un forte stimolo all’occupazione”.

“Resta fermo l’obiettivo di disegnare una Campania nuova secondo il principio di ‘pianificare a volumetria zero’ e di prevedere sempre compensazioni ambientali, secondo i principi del disegno di legge sui piani paesaggistici”, conclude Taglialatela.

Fonte: Ansa

Guida all’imu: Come si applica l’imposta municipale propria per l’anno 2012. Casi pratici


Cari lettori,

anche se continuo a ritenerla la tassa più ingiusta e più iniqua della storia delle tasse (la paragonerei al cosiddetto “Ius primae noctis” di mesopotamica età), comunque vi propongo in allegato la guida all’IMU in formato PDF realizzata dal Ministero dell’Economia e Finanza.

N.B. Per tutti i Meridionali che per “INEVITABILI” ragioni lavorative (per evidente e manifesta incapacità del governo di tenere fede all’art. 1 della Costituzione) sono costretti a risiedere al NORD di questo … paese pur avendo una casa di proprietà nel proprio Comune di origine, arriva l’ennesima ingiustizia “garibaldina” visto che non sarà possibile usufruire della detrazione per la prima casa in quanto “Le agevolazioni per l’abitazione principale possono essere usufruite soltanto dal soggetto proprietario che vi dimora abitualmente e vi risiede anagraficamente“.

Buona ingiustizia a tutti. scarica qui la guida_imu

Subito edilizia e project bond


FONTE: Il Sole24Ore

ROMA
La prima risposta del Governo alle richieste del neo-presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, arriverà con il nuovo «decreto sviluppo» che dovrebbe andare al Consiglio dei ministri il prossimo 1° giugno. La partita più importante in corso nell’Esecutivo è quella sugli stimoli fiscali all’edilizia e alla realizzazione delle infrastrutture con capitali privati: ci vorrà ancora qualche giorno per capire se il ministero dell’Economia, quello delle Infrastrutture e Palazzo Chigi decideranno di tenere o meno nel decreto il corposo rafforzamento degli incentivi alla riqualificazione del patrimonio abitativo.
La cura da cavallo proposta da Corrado Passera per l’edilizia prevede la messa a regime degli sgravi Irpef del 55% per il risparmio energetico e il doppio rafforzamento delle detrazioni fiscali ai lavori di recupero edilizio in casa: da una parte lo sgravio Irpef passerebbe dal 36 al 50%, dall’altra il tetto di spesa agevolabile crescerebbe da 48mila a 96mila euro. Se questa cura passerà, il Governo potrà dire di aver cominciato a marciare nella direzione auspicata da Squinzi, soprattutto là dove il nuovo numero uno di viale dell’Astronomia propone di «allargare il campo di intervento delle nuove opere alla manutenzione, alla ristrutturazione e al rinnovo del patrimonio infrastrutturale esistente».
Il rafforzamento degli incentivi va in quella direzione. L’obiettivo è far ripartire il settore delle costruzioni che ha perso – secondo convergenti stime di Ance e Cresme – il 24-25% degli investimenti dal 2008 al 2012, con picchi del 35% nel comparto delle opere pubbliche.
L’esito del confronto nel Governo non è, però, scontato. La Ragioneria generale dello Stato sta svolgendo proprio in queste ore un puntiglioso esame della bozza di decreto legge e la valutazione non è del tutto coincidente con le stime di costo e con le proposte di Porta Pia. Anche perché al 55% e al rilancio del 36% nella nuova versione potenziata il “pacchetto edilizia” aggiunge altre misure favorevoli alle compravendite immobiliari (imposte di registro, catastali e ipotecarie fisse) e ai costruttori che non riescono a vendere il patrimonio costruito (esenzione triennale dall’Imu e ripristino dell’Iva).
È probabile, però, che per decidere cosa fare della “cura Passera” sarà necessario, oltre alle valutazioni tecniche, anche un passaggio politico, alla presenza del premier: se gli incentivi all’edilizia hanno un costo per i conti pubblici, sembrano però anche l’unico lievito capace di trasformare l’ennesimo «decreto sviluppo» in un pacchetto capace di muovere subito il Pil. Senza nulla togliere alle altre importanti misure allo studio, solo il “pacchetto edilizia” sembra in grado di dare un segnale forte producendo effetti benefici sul settore specifico, sull’intera economia e sull’occupazione. Anche Squinzi ha ricordato il forte valore occupazionale del settore delle costruzioni che attiva tre milioni di addetti fra diretti e indiretti.
Il pacchetto proposto dal ministero delle Infrastrutture non si ferma, per altro, al rilancio dell’edilizia, ma si estende al settore delle opere pubbliche. La bozza di decreto tenta infatti di dare risposta anche a un altro punto decisivo del rilancio infrastrutturale, presente nel programma di Governo e puntualmente richiamato ieri da Squinzi: il «pieno coinvolgimento del capitale privato, integrando così le risorse pubbliche».
Le modifiche proposte al regime fiscale dei project bond – le obbligazioni emesse dalle società di progetto e dai concessionari – completano la riforma del quadro delle regole partita già con il decreto di inizio 2012, rendendo più appetibile per il mercato lo strumento del project bond. La tassazione degli interessi verrebbe fissata al 12,5% come per i titoli di Stato mentre «le garanzie di qualunque tipo da chiunque e in qualunque momento prestate» in relazione alle obbligazioni emesse dalle società di progetto sarebbero soggette alle imposte di registro, ipotecarie e catastali fisse anche quando si compiono operazioni come «surroghe, postergazioni, frazionamenti e cancellazioni». Infine, sarebbe ammessa l’emissione dei project bond anche per rifinanziare il debito precedentemente contratto per la realizzazione dell’infrastruttura o delle opere connesse al servizio di pubblica utilità di cui sia titolare.
Ci sono altre questioni che Squinzi ha riproposto come prioritarie: «L’impotenza decisionale che va superata», una programmazione infrastrutturale più stabile o anche l’uso della politica infrastrutturale per promuovere una politica industriale volta all’innovazione. Il decreto sviluppo conterrà qualche prima norma di semplificazione e di accelerazione, ma qui il percorso da fare è più lungo e richiede un cambiamento profondo dei comportamenti della pubblica amministrazione.

LE MISURE PER RILANCIARE LE COSTRUZIONI Nel decreto sviluppo
Il provvedimento che dovrebbe essere esaminato dal Consiglio dei ministri del 1° giugno sarebbero previste agevolazioni fiscali per l’edilizia e il project financing; nel primo caso ci sarebbe il riordino degli sgravi Irpef del 55 e del 36% per i lavori di ristrutturazione
-24,1%
Il calo in un quinquennio
A tanto ammonta nei cinque anni che vanno dal 2008 al 2012 il crollo degli investimenti nel settore delle costruzioni, comprensive sia dell’edilizia residenziale sia di quella non residenziale

Edilizia, verso aumento bonus per ristrutturazioni. UNC: bene


FONTE: HelpConsumatori.it

Aumentare gli incentivi sull’edilizia e confermare le detrazioni previste per gli interventi di efficienza energetica: sono i provvedimenti che dovrebbero entrare in un prossimo decreto legge per lo sviluppo da parte del Governo. Le misure piacciono all’Unione Nazionale Consumatori, che chiede di stabilizzare il meccanismo di incentivi per gli interventi di efficienza energetica.

“Accogliamo positivamente la proposta di innalzare gli incentivi sull’edilizia e di confermare quelli per gli interventi di efficienza energetica, perché si tratta di due settori che possono servire da volano alla ripresa del Paese – afferma il segretario generale UNC Massimiliano Dona con riferimento al “provvedimento di urgenza in materia di infrastrutture e trasporti” candidato ad entrare nel decreto legge per lo sviluppo che il Governo vorrebbe varare in settimana – Confermare le detrazioni previste nel caso di interventi di efficienza energetica (55%) e innalzare il bonus nel caso di ristrutturazioni edili (50%) costituisce un’opportunità per le imprese italiane e contribuisce ad aumentare l’occupazione. È inoltre positivo che lo strumento scelto dal Governo sia quello della detrazione, perché è un sistema molto semplice da utilizzare ed inoltre contribuisce a far emergere il sommerso”. Secondo le bozze in circolazione, riportate dalle agenzie di stampa, le detrazioni Irpef salirebbero dal 36% al 50% per la ristrutturazioni fino a un ammontare totale non superiore a 96 mila euro, con l’intento far riprendere il mercato delle costruzioni.

“Relativamente al bonus per gli interventi di efficienza energetica – prosegue Dona – si tratta sostanzialmente di una conferma di quanto previsto già l’anno scorso, ma non è possibile attendere ogni anno l’eventuale rinnovo dell’incentivo: per questo motivo abbiamo chiesto un incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico, perché sarebbe necessario stabilizzare il meccanismo di incentivo anche per consentire, tanto alle imprese quanto ai consumatori, di programmare gli investimenti nel tempo”.

L’edilizia passa alle vie legali


FONTE: Il Sole 24Ore

ROMA
La misura è colma, con 7.552 imprese edili fallite negli ultimi tre anni. Le associazioni imprenditoriali dei costruttori, Ance in testa, passano quindi dalle proteste verbali alle vie di fatto. Vie legali. Nel D-Day convocato per oggi l’attenzione sarà tutta sui «decreti ingiuntivi» che le imprese sventoleranno e che hanno presentato o presenteranno alle amministrazioni pubbliche per incassare un primo miliardo di euro di crediti.
La manifestazione potrebbe anche andare oltre e annunciare iniziative più forti. «Stiamo valutando l’ipotesi di una class action complessiva, ora siamo davvero stanchi», rivela il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, che ha organizzato la protesta di oggi con Confartigianato, Cna e associazioni delle cooperative, ma anche con un sostanziale accordo con l’Anci (comuni) e Upi (province). Una gigantesca class action contro lo «Stato non pagatore» potrebbe essere quindi la sorpresa di oggi, sempre che i legali diano il via libera: un’iniziativa di cui si sta valutando appunto la fondatezza giuridica per ottenere un risultato clamoroso, ma che sarebbe anche di grande richiamo mediatico e politico.
Il miliardo di euro di crediti è un distillato particolarmente accurato di una montagna di crediti ben più consistente di cui pure oggi le associazioni potrebbero fornire una stima attendibile. Sono stati selezionati quei crediti già «esigibili» che risultano inattaccabili dal punto di vista della identificazione e della certificazione. Si tratta, insomma, non di riserve contestate o di pretese all’interno di una trattativa, ma di lavori svolti e mai contestati dalle amministrazioni appaltanti.
«Siamo tra i settori più esposti ai mancati pagamenti della pubblica amministrazione e anche al credit crunch – lamenta Buzzetti – ma paghiamo anche i tagli alla spesa per investimenti pubblici e la mazzata dell’Imu sul mercato immobiliare. Il 23% delle imprese fallite negli ultimi tre anni appartengono al nostro mondo e la causa è quasi sempre la stessa, la mancanza di liquidità. Che si debba fallire perché lo Stato non paga è scandaloso in uno Stato di diritto».
Buzzetti aspetta di vedere le misure già annunciate dal Governo sulla certificazione e sulla compensazione debiti-crediti, ma la categoria non si fa più grandi illusioni. «Intorno alla certificazione giriamo da mesi – dice Buzzetti – e ancora una volta la soluzione risolutiva del pro-soluto, pure prevista da norme e accordi, ha lasciato il posto a una soluzione a metà quale è quella del pro-solvendo. Noi rivendichiamo a questo punto il diritto a essere pagati, punto e basta».
Il sospetto degli imprenditori è, insomma, che ancora si giri e si rigiri intorno al problema per dilazionare risposte serie e definitive. Non c’è più tempo per indugiare.
«La certificazione per il nostro settore è nei fatti – dice ancora il presidente dell’Ance – perché noi presentiamo all’incasso i Sal, gli “stati di avanzamento lavori” che sono già un attestato del fatto che il lavoro è stato svolto». Dal decreto che consentirebbe la compensazione dei crediti con quanto dovuto al fisco – ipotesi a cui sta lavorando il ministero dell’Economia – potrebbero venire fuori soluzioni effettive, ma la prudenza è enorme, in attesa di capire cosa ci sia effettivamente scritto nel decreto ministeriale.
Intanto il «decreto ingiuntivo» sarà il protagonista della giornata di oggi: è quell’atto che l’impresa si fa fare dal legale per chiedere all’amministrazione debitrice che utilizzi una certa somma a sua disposizione per pagare quanto dovuto. Il decreto ingiuntivo viene quindi “mirato” su una posta di cassa di cui l’amministrazione è venuta (o sta venendo) effettivamente in possesso: fondi, incassi, trasferimenti statali o regionali.
Anche al decreto l’amministrazione oppone quasi sempre il privilegio dei debiti verso i dipendenti, rendendo di fatto non definitivo anche questo passaggio.

Punto per punto le zavorre sull’industria
1 Crediti con la pubblica amministrazione
2 Crediti fiscali
3 Credit crunch
4 Autorizzazioni e burocrazia
5 Pressione fiscale
6 Obblighi fiscali
7 Riscossione  e controlli
8 Imu sui capannoni
9 Tempi dei procedimenti civili
10 Mercato del lavoro e cuneo fiscale

Napoli: Condono edilizio proroga di un anno il Comune incasserà undici milioni


Fonte: Il Mattino.it

NAPOLI – Condono edilizio, arriva l’ottava proroga in cinque anni per la sanatoria degli immobili abusivi costruiti nella città di Napoli: dopo i sette provvedimenti ordinati dalle precedenti amministrazioni a partire dal 2007, anche la giunta di Luigi de Magistris dispone una dilazione dei tempi per la presentazione delle documentazioni di condono.

Di cosa si tratta? È presto detto: il Comune di Napoli ha circa 85mila richieste di condono accatastate nel corso degli anni, consentite da varie leggi dello Stato: la prima risale al lontano 1985, ovvero 27 anni fa. Poi c’è il condono del 1994 (18 anni fa); quello del 2003 (9 anni) e infine la sanatoria datata 2004. Da quando sono state modificate le procedure ed è possibile presentare anche delle autocertificazioni (è la cosiddetta «procedura semplificata») di richieste all’Ente ne sono giunte oltre 53mila e sono stati emessi 30mila permessi di costruzione in sanatoria.

E per il Comune tutto ciò ha rappresentato una vera e propria manna economica: grazie ai diritti di segreteria e alle imposte per costruzione sono stati incassati ben 92 milioni di euro, 10 dei quali nel solo 2011 (se ne prevedono circa 11 per quest’anno).
Il problema è che molti incartamenti sono ancora da vagliare: si parla di circa 20-23mila fascicoli che attendono aggiornamenti o variazioni. Di qui la decisione dell’assessore all’urbanistica Luigi De Falco, di disporre una nuova proroga dei termini per le autocertificazioni necessarie: dunque la data ultima di presentazione dei modelli di autocertificazione slitta al 31 dicembre 2012. Conseguentemente slittano di un anno (2013) il rilascio dei provvedimenti di costruzione in sanatoria e di quattro anni i controlli a campione (2016). Il Comune ha anche ordinato il rincaro del 10 per cento dei diritti di segreteria: si va dai 121 euro per i certificati in materia urbanistico-edilizia, ai 440 euro per le varianti di costruzione fino ai 1.320 euro per i permessi di costruire manufatti con un valore superiore ai 5mila euro. Questi oneri dovuti potranno essere eventualmente rateizzati dai cittadini che ne faranno richiesta.

Sull’accelerazione delle pratiche del condono il Comune punta molto: sia, come già detto, perché nel corso degli anni si sono dimostrate una importante fonte d’incasso per le civiche casse, sia perché è necessario dare risposta ai cittadini che avvalendosi di una legge chiedono ora legittimamente risposte alle loro istanze. Nello scorso mese di dicembre la giunta di Luigi de Magistris ha avviato il progetto di una task force con incentivi di risultato destinata agli impiegati incaricati di vagliare le carte. Si tratta di un pool costituito da 16 dipendenti che avranno il compito di licenziare pratiche di immobili su zona vincolata. Procedure per le quali occorre il parere della commissione locale per il Paesaggio nonché l’autorizzazione paesaggistica che arriva non prima di un parere vincolante della Soprintendenza ai beni ambientali.

Per svolgere questo lavoro Palazzo San Giacomo ha previsto l’impegno di architetti, ingegneri e geometri, provenienti dagli uffici Edilizia privata, Pianificazione urbanistica e Sicurezza abitativa, che opereranno “al di fuori dell’orario di servizio”. Per le istanze di condono ordinarie ci sono invece 46 persone, 15 delle quali impegnate permanentemente sul progetto Condono, mentre il resto del personale “a supporto” per accelerare il tutto. L’Amministrazione partenopea ha disposto un meccanismo di incentivi con un budget di circa 300mila euro, suddiviso a seconda della categoria professionale: si va dai 21 ai 34 euro al giorno per i lavoratori che dovranno dimostrare coi fatti (cioè col numero di pratiche correttamente licenziate) di aver dato un contributo al raggiungimento del risultato, vale a dire la chiusura di una lunga fase durata decenni.

Martedì 07 Febbraio 2012 – 13:10