ORTA DI ATELLA: Il Popolo. La politica. Il Territorio


In vista delle improvvise ed inaspettate competizioni elettorali per l’aggiudicazione della poltrona di Sindaco di questo paese (che appare sempre più preda di una maledizione che sembra non voler più mollare la presa), del 28 e 29 Marzo prossimo anziché a Novembre (cioè a fine del naturale mandato dei commissari), mi preme fare alcune considerazioni preliminari in vista della frammentarietà degli schieramenti che si è creata. Infatti, questo paese rischia, dopo essere già passato alla cronaca per la stratosferica anomalia edilizia che ha dimostrato di fatto l’inefficacia degli strumenti e dei sistemi di controllo del territorio che la moderna legislatura mette a nostra disposizione, da qui ad un mese, di divenire la concreta dimostrazione che la politica non è più capace di dare voce al volere popolare. Infatti, analizzando con un minimo di attenzione gli scenari politici che si sono venuti a delineare (senza non pochi colpi di scena dell’ultimo minuto), si rischia di arrivare al paradosso di trovarsi al governo del paese qualcuno che è l’espressione politica di una esigua minoranza della popolazione. Infatti, la gente dovrà scegliere tra 4 candidati alla carica di sindaco. Dalle rispettive dichiarazioni pubbliche e dai programmi politici, si evidenzia che 3 delle quattro liste, auspicano il tanto sospirato cambiamento in totale rottura con la politica degli ultimi anni. Mentre una di esse, che ovviamente non si sognerebbe mai di ammettere la cattiva gestione del territorio da parte delle amministrazioni passate, è apertamente per la continuità di un “disegno politico” (o meglio scarabocchio politico) che ci ha portati dove siamo oggi (assenza totale di servizi, mancanza dei minimi spazi di vivibilità, assenza totale del controllo del territorio, tasse altissime, ecc.). Facciamo due conticini e vediamo cosa potrebbe accadere. Supponiamo che il giorno delle votazioni, si recheranno alle urne 17.000 cittadini e di questi 15.000 esprimeranno un voto valido. Ora se 4.500 esprimeranno il loro consenso per una politica in linea con quella degli ultimi anni, la restante parte, cioè ben 10.500 elettori auspicheranno il cambiamento di rotta. Una logica democratica perfetta, vorrebbe che un certo modo di far politica dovrebbe cedere il passo al nuovo che avanza e che dovrebbe essere la reale espressione del volere popolare. Ma le cose in realtà non stanno esattamente così. Infatti, in questo caso, a dividersi la fetta più grande di voti validi, saranno 3 schieramenti. Con due compagini equilibrate ed una più debole, la situazione potrebbe essere la seguente:

  • 2.000 voti per la lista più debole;
  • 4.300 per una delle due più forti;
  • 4.200 per la terza.

  In queste condizioni, in totale contrasto con quello che è il reale volere del Popolo, andrà al governo del paese una compagine pronta a riportare le lancette del tempo indietro di almeno 2 secoli, a quando cioè qualcuno, in virtù di un potere conferitogli da una esigua minoranza, decideva delle sorti di un intero popolo, decidendo delle sopravvivenza stessa del singolo individuo.

Io ritengo che sia totalmente ingiusto e fuori dalla logica del vivere civile che di questi tempi, ancora ci si trovi nelle condizioni per cui se vuoi un lavoro per sopravvivere, devi SERVIRE e RIVERIRE chi sa destreggiarsi con abilità nella giungla politica del nostro territorio.

Personalmente ho seguito da vicino (per quanto mi è stato possibile) le vicende che hanno portato alla creazione di tre schieramenti distinti piuttosto che una unica e grande espressione così come vorrebbe il Popolo. Da parte mia ho invitato tutte le forze politiche in campo a mettere per un attimo da parte le proprie radici culturali e ideologiche per vestire i semplici, stretti e logori panni del rappresentante del volere popolare. A tratti si è arrivati molto vicino al raggiungimento dell’obiettivo, quando le riunioni erano aperte a tutti gli iscritti e simpatizzanti dei vari partiti. C’era un dialogo molto acceso, forti scontri ideologici, ma si sentiva che in fondo prendeva sempre più corpo quell’unico obiettivo di dare una svolta significativa all’attuale situazione amministrativa. Il capitombolo c’è stato quando si è deciso di ridurre i partecipanti agli incontri ai soli rappresentanti delle varie forze politiche coinvolte. Evidentemente in quel frangente ha prevalso la miopia ed il personalismo politico di pochi. A quel punto, tirata la corda un po’ troppo a lungo,  una decisione andava presa ed in fretta. Il tempo a disposizione era ormai allo scadere e si sa, le decisioni affrettate raramente si mostrano essere le migliori. Quindi siamo piombati nella realtà che ci attende.

Credo che queste vicende siano sintomatiche di un malessere cronico che con qualche ulteriore piccolo sforzo può (e deve) essere definitivamente debellato, cioè quello dell’attaccamento alle poltrone da parte della vecchia guardia, di quel vecchio modo di far politica che professando solo a parole il rinnovamento, ad un certo momento storico, ha preferito fare marcia indietro e chiudersi a riccio nelle proprie singole realtà di partito piuttosto che fare un piccolo sacrificio per il bene del paese. Infatti, nel giro di pochissime ore le cose sono cambiate più volte sino a raggiungere dei veri e propri paradossi, fatto sta che la realtà di oggi è questa: Chi vuol cambiare non ha possibilità di chiederlo in maniera netta ed inequivocabile. Da parte mia, trovandomi in esilio in terra straniera (vista la mancanza, sempre più massiccia, di onesto lavoro nel mio settore in questo territorio) e non avendo quindi, la possibilità di seguire con continuità ed attenzione le vicende che si sono susseguite con una così grossa mole di colpi di scena, mi sono ritrovato, al ritorno in patria con un rappresentante della famiglia candidato (in qualità di forza moderata ed indipendente) tra le fila del partito “PDL Berlusconi per Orta”. Vorrei solo per un attimo far capire cosa rappresenta per me questo partito: E’ il partito di governo che ha fatto sì che da PRECARIO, figura già di per se meschina, passassi a quella ancor più deleteria di DISOCCUPATO senza diritto del famigerato preavviso, negandomi di colpo la possibilità di garantire alla mia famiglia (1 maglie e tre figli) una vita dignitosamente onesta. Quindi, tale governo, per me, per il mio caso specifico è e resta fino a inconfutabile prova del contrario, il governo del “NON FARE” più che quello “DEL FARE” come si autodefinisce. Ma nonostante tutto questo, sono pronto a mettere da parte queste mie personali considerazioni pur di far si che una svolta in questa che è e resta la MIA TERRA, avvenga realmente pur contro il mio interesse personale.

 In virtù di tutto questo, voglio dare qualche suggerimento per coloro che non hanno ancora deciso a chi dare il proprio consenso.

Innanzitutto invito a votare per mio cugino ANDREA VILLANO che oltre ad essere un giovane Ortese da sempre impegnato nel sociale, è un maresciallo dei carabinieri e quindi garanzia di onestà intellettuale e morale.

Poi, appartenente allo stesso gruppo, c’è SALVATORE IOVINELLO, anche lui giovane. Informatore scientifico che ha già avuto un minimo di esperienza come consigliere di opposizione dello scorso Consiglio Comunale.

In fine, abbiamo il co-fondatore della nostra associazione, il mio caro amico e collega, l’architetto BARTOLOMEO FIORILLO nella lista Orta libera Orta.

Ovviamente in questi periodi particolari girano voci su tutto e tutti, che vanno prese in considerazione con le dovute cautele del caso. Onde evitare di vedersi strumentalizzare il proprio voto,

lancio il mio appello:

a tutti coloro che non hanno alcuna intenzione di recarsi alle urne;

agli sfiduciati e a tutti coloro che sono convinti che tutto sommato “non cambierà nulla”;

a tutti quelli che, come me, scriverebbero su quelle schede a caratteri cubitali un “VAFFA …” che emerge dal profondo del cuore e che esprime pienamente il proprio punto di vista nei confronti della moderna politica sempre più lontana dai reali e quotidiani bisogni della gente;

a tutti quelli che nel recarsi alle urne convinti di DOVER votare per il vecchio modo di far politica che intende risolvere i problemi di oggi semplicemente rimandandoli a domani, sentiranno per un attimo rimordere la propria coscienza;

a tutti gli onesti e liberi cittadini rimasti in questo paese, esprimiamo il nostro voto di protesta scrivendo sulla scheda delle Comunali (di colore azzurro), nella lista “PDL BERLUSCONI PER ORTA” la dicitura

VILLANO A.

A caratteri grossi perché grossa deve essere la nostra voce. Mi si dirà: “ma che razza di voto di protesta può mai essere questo?”. Lo è per il semplice fatto che in un momento storico in cui risulta sempre più difficile associare alla politica i termini “ONESTA’”, “MORALITA’”, “LEGALITA’”, ecc. votare per un ragazzo che difficilmente lo si incontra nei bar o in piazza, in quanto se non è al lavoro o a svolgere il proprio dovere di marito e padre in seno alla famiglia (istituzione sacrosanta), lo si può trovare pienamente impegnato tra i gruppi cattolici vicini alla chiesa ed al benessere spirituale della gente; per me questa è vera protesta, quella che alla lunga porta i suoi frutti e che cerca di costruire, edificare, migliorare, ecc. Che non si fossilizza nel vano tentativo di distruggere un sistema logoro e marcio che sarà sempre tra noi perché radicato nell’essere umano e nella sua ingordigia, ma cerca semplicemente di vincerlo sopraffacendolo con la forza che viene dal consenso popolare.   

Programma PDL ORTA DI ATELLA