Svizzera: Fuochi all’aperto “Troppa confusione e ignoranza, soprattutto nell’edilizia”


FONTE: TicinOnline 

I Verdi: “Nell’edilizia si brucia di tutto e di più e le ditte italiane che lavora in Svizzera sembrano del tutto ignare delle nostre leggi ambientali”
 bellinzonaBELLINZONA – Il problema dei fuochi all’aperto è al centro di un’interrogazione dei Verdi secondo i quali su questo tema vige un’ignoranza diffusa delle disposizioni in vigore ed una conseguente notevole confusione. Infatti, spiegano i quattro deputati, molti non sanno, ad esempio, che il divieto di accendere fuochi all’aperto in Ticino sotto i 600 m di quota vige tutto l’anno, secondo quanto stabilisce il regolamento di applicazione dell’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (ROIAt). I Verdi spiegano che stando alla loro esperienza diretta, la polizia non è al corrente di questa ordinanza.

Ma, spiegano ancora Sergio Savoia, Greta Gysin, Francesco Maggi e Giorgio Canonica, il maggiore problema in questo ambito è dato oggi dall’edilizia. Nei cantieri, si legge ancora nel testo dell’interrogazione, si brucia di tutto e di piu: sacchi di cemento, plastiche, legname industriale, sterpaglie. I deputati hanno anche potuto constatare che “vige anche la curiosa opinione che sia lecito bruciare nei bidoni. Addirittura la polizia consiglia ai cantieri di bruciare gli scarti usando barili, quando qualcuno telefona per lamentarsi dei fuochi abusivi”.

Un altro problema, spiegano ancora i Verdi, sorge oggi con le ditte edili italiane che lavorano in Svizzera e che sembrano completamente ignare delle nostre leggi ambientali. Nessuno, apparentemente, si preoccupa di istruirle. L’impressione dei Verdi è quella che “a livello di edilizia (Società impresari costruttori) l’impegno di istruzione ambientale dei propri addetti appare piuttosto scarso e la volontà di fare rispettare le norme a difesa dell’ambiente non proprio ferrea”.

Sicurezza: accordo di collaborazione fra Università e Coopservice


Con l’intesa raggiunta i firmatari mettono insieme le rispettive competenze, maturate in questi anni in uno dei settori di più forte impegno tecnologico e scientifico, ma insieme anche normativo e gestionale, per sviluppare progetti di collaborazione e promuovere attività di studio e ricerca in materia di sicurezza, che saranno portati avanti nell’ambito del Centro di Ricerca Interdipartimentale sulla Sicurezza – CRIS, creato presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, diretto dal  prof. Michele Colajanni, ordinario di Ingegneria Informatica.
Lo scopo principale del CRIS è quello di favorire la crescita di una efficace cultura dei rischi e delle violazioni connesse all’uso delle nuove tecnologie e al controllo dei profili normativi e metodologici richiesti dalla loro corretta applicazione.
E’ ampio il panorama delle collaborazioni fra l’Ateneo e Coopservice, che Continua a leggere