Brunetta insulta i precari, Celardo esige dimissioni immediate


Visto che in questo schifosissimo paese i rappresentanti del popolo fanno di tutto fuorchè il compito per il quale sono stati messi lì dove si trovano, cioè cercare almeno di apparire come soggetti aperti all’ascolto ed alla ricerca di soluzioni ai tanti problemi (o almeno i più importanti) che pesano sulle spalle di grosse fette di popolazione, non posso fare a meno di pubblicare questo articolo che ho letto e che mi è piaciuto molto.

FONTE: Italynews.it

Roma – “La mia è una condanna totale e assoluta, siamo di fronte ad un atto gravissimo di imperdonabile irresponsabilità, non solo per  un ministro, ma per un qualsiasi politico o cittadino. Nessuno si può e si deve permettere di insultare così dei giovani che vivono una condizione drammatica, in un paese economicamente allo sbando, abbandonato politicamente. Questo Governo, due giorni fa, ha avuto 28 milioni di schiaffi, Brunetta rappresenta la feccia della politica italiana, non mi prendo paura di dirlo pubblicamente rischiando una querela, perché un ministro della Repubblica non deve permettersi di insultare dei Continua a leggere

L’INTERVISTA IL TECNICO COMUNALE


Cari amici e lettori,
rivolgo a tutti voi i miei più sinceri auguri di buon anno.
Purtroppo, causa problemi tecnici e personali, non mi è stato possibile farlo per tempo.
Per questo inizio del nuovo anno, ripartiamo con un’intervista trovata su ilGiornale.it, rivolta all’Istruttore direttivo Tecnico del comune di Milano. La ripropongo in attesa di commenti circa l’argomento in questione.
Antonio Marchesi, istruttore direttivo dell’ufficio tecnico del comune di Milano ha appena sentito il ministro Brunetta alla Tv. E si è arrabbiato. Moltissimo.
Brunetta le ha rovinato la serata?
«Ma no, però ho la sensazione che faccia affermazioni senza conoscere la realtà della pubblica amministrazione».
Ci spieghi la sua.
«Io esamino grandi progetti edilizi a Milano, lavoro da 35 anni circa e prendo 1.400 euro al mese. Una miseria. E pensare che anni fa il mio lavoro mi piaceva molto e andavo orgoglioso del mio ruolo in comune».
E poi cosa è successo?
«Intanto l’arrivo dell’euro mi ha dimezzato lo stipendio. Poi la disorganizzazione e la mancanza di regole chiare e univoche ha fatto il resto. C’è il caos negli uffici».
Cosa chiederebbe a Brunetta?
«Di poter lavorare meglio, con più strumenti e anche con norme più chiare da seguire. La maggior parte dei dipendenti pubblici è brava ma sfiduciata. E la produttività è correlata a come uno si sente dentro».
Dunque è vero che i dipendenti pubblici lavorano poco?
«Anche nel privato, succede. Se uno si sente a disagio lavora male, ma se c’è uno con il fucile puntato alla schiena il lavoro lo fa come può».
Cosa servirebbe per invertire la rotta?
«Una riorganizzazione della macchina pubblica che tenga conto anche di quelli che lavorano e non solo della dirigenza».