FONTE: Il Mattino
Maddaloni. Smacco per il Comune. La Regione non finanzierà l’azione di «recupero e riqualificazione ambientale del più grande, e più abbandonato, centro storico della Provincia». Sfuma l’ipotesi di istituire un’«oasi seminaturalistica», nonché di avviare la salvaguardia idrogeologica dell’area collinare e, in parallelo, la bonifica ambientale e la tutela urbanistica dei quartieri pedemontani. Eppure, per la Regione Campania il matrimonio tra recupero urbano e il risanamento idrogeologico si può fare. Solo che per istituire un parco urbano a Maddaloni di interesse regionale, esteso su 80 ettari, manca l’efficacia progettuale, la completezza burocratica e la chiarezza degli orientamenti urbanistici dell’ente comunale. Maddaloni, nonostante il prestigio del suo centro storico, è fuori dalla lista regionale dei progetti di risanamento. Il «Macrico in versione maddalonese» può attendere. «L’ultima spiaggia – denuncia Carlo Scalera, coordinatore dei Verdi – è che il Comune autofinanzi il progetto. Solo così si potrà evitare una grave ferita urbanistica e ambientale inferta al territorio».
Il parco urbano è l’ultima speranza per recuperare fette di territorio, oggi chiuse e inaccessibili. Urge una pulizia radicale di interi isolati crollati e abbandonati (via Alturi, vicoli Formali). Proprio la rimozione di ruderi e macerie giustificava le procedure d’urgenze, volute dal sindaco e dal Consiglio comunale. Nell’immediato, doveva risolvere i problemi causati dalle tre aree collinari in frana: crollo massi dal costone di via Bixio, smottamenti in località San Salvatore e in zona Pintime. Tutto inutile. In prospettiva, il parco urbano contemplava il recupero del castello medioevale, delle torri, del parco esistente, dell’intera area collinare del Monte San Michele.